Gorizia-Leopoli, la marcia di chi crede nella pace

Eccole qua le anime belle, i cattocomunisti non violenti, i gandhiani da salotto che sono l’adorato sberleffo della stampa combattente nostrana e degli analisti con l’elmetto o le bretelle. Sbeffeggiati e accusati di scarso senso patriottico, quando non aperti e pericolosi filoputiniani, questi idealisti convinti che un mondo migliore sia possibile il salotto l’hanno lasciato alle spalle. E in 200 lucidi pazzi sono convenuti ieri all’alba a Gorizia un po’ da tutt’Italia per marciare pacificamente sull’Ucraina, meta da raggiungere nella notte – mentre scriviamo – per testimoniare un deciso No alla guerra che diventerà oggi una manifestazione a Leopoli, corredata da incontri con le autorità locali ed esponenti delle diverse comunità religiose

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Emanuele Giordana, ilmanifesto.it
Siria, 1 comunità su 3 vive in luoghi contaminati da mine ed ordigni inesplosi

Gli ultimi dati parlano di oltre 10,2 milioni di persone a rischio incidente in tutto il paese e solo nel 2021 si sono contate 805 vittime. Sono molti di più però quelli che hanno avuto incidenti non mortali. Tra i sopravvissuti 2 su 3 riportano danni permanenti e avranno bisogno di assistenza per tutta la vita. Negli ultimi 4 mesi, in coordinamento con il Ministero dell’Istruzione locale, WeWorld ha organizzato formazioni in Risk Education per 350 insegnanti, fornendo informazioni su come riconoscere ordigni inesplosi

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Redazione Vita.it, www.vita.it
No-confidence vote stalls in Pakistan. Here’s what happened

Pakistan — Prime Minister Imran Khan dissolved Pakistan’s National Assembly and called for new elections on Sunday, blocking a no-confidence vote that had been widely expected to remove him from office and threatening to plunge the country into a constitutional crisis. Stunned opposition lawmakers said that they would challenge the move before the country’s Supreme Court, calling it “unprecedented” and a “blatant violation” of Pakistan’s Constitution. Allies of Mr. Khan said that the court had no authority to intervene in the legislature’s business and doubled down on Mr. Khan’s accusations of a United States-backed conspiracy to oust him.

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Chris Cameron, www.nytimes.com
Le ragioni dei sì e dei no allo ius scholae

In queste settimane la Commissione Affari costituzionali della Camera sta esaminando la proposta di modifica della legge sulla cittadinanza italiana, il cui ottenimento è ancora regolamentato da una legge del 1992. Il punto più discusso del testo in esame riguarda l’introduzione del cosiddetto ius scholae, termine che generalmente fa riferimento al criterio che subordina l’ottenimento della cittadinanza alla frequentazione di un ciclo scolastico nel Paese in cui risiede il richiedente, a prescindere dalla sua età.

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Laura Loguercio, www.pagellapolitica.it
Etiopia, crimini contro l’umanità nella Zona del Tigray occidentale

In un rapporto diffuso oggi, Amnesty International e Human Rights Watch hanno accusato le forze di sicurezza regionali dell’Amhara e le autorità civili della Zona occidentale del Tigray di aver commesso, a partire dal novembre 2020, violenze di tale diffusione e intensità contro la popolazione tigrina da costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Le autorità dell’Etiopia hanno fortemente limitato l’accesso e il monitoraggio indipendente in quest’area, riuscendo a tenere ampiamente nascosta la campagna di pulizia etnica.

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Riccardo Noury, www.focusonafrica.info
L’Iraq è ancora senza governo ma gli abitanti non se ne accorgono

Per la terza volta il parlamento iracheno non è riuscito a eleggere il nuovo presidente, e quindi il primo ministro. Meno di duecento deputati hanno partecipato alla seduta del 30 marzo, mentre la costituzione irachena richiede la presenza dei due terzi dell’assemblea, composta da 329 persone, per eleggere uno dei 44 candidati. Un terzo dei parlamentari ha boicottato la sessione: venti erano indipendenti, gli altri per lo più fanno parte della coalizione Quadro di coordinamento guidata dall’ex primo ministro Nuri al Maliki.

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Zuhair al Jezairy, www.internazionale.it
Transnistria, repubblica fantasma con i battaglioni russi pronti a colpire

Imperterrito, il compagno Lenin indica la via. In cima al piedistallo che né il tempo né la perestroika hanno corroso, tende il braccio destro in direzione Chisinau. A poca distanza i militari della “forza di pace russa” dipingono la “zeta” sui camion. Vanno nella direzione opposta, verso il confine ucraino.

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Nello Scavo, www.avvenire.it
Dieci cose da ricordare sulla guerra

Non sappiamo cosa succederà in Ucraina e dintorni: allo stato attuale delle cose molte strade sono ancora possibili. Purtroppo, almeno alcune di queste conducono a un conflitto. Se mai ciò dovesse capitare, vedrete i social inondati da post, articoli, commenti e opinioni provenienti da ogni parte. Noi stessi sicuramente ne parleremo. Ma ci sono alcune importanti avvertenze che crediamo sia utile darvi fin da ora, perché poi, nel caos del racconto quotidiano, sarà più difficile ascoltarle. Vi offriamo perciò questo breve “decalogo”, assolutamente criticabile, per cercare di orientarvi in caso di conflitto. Noterete che è molto poco “politically correct”, ma vorrei non essere frainteso

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Lorenzo Nannetti, ilcaffegeopolitico.net
Estrema destra e nazionalismo in Ucraina, parliamone

Negli ultimi anni, i gruppi di estrema destra ucraini sono diventati oggetto di attenzione da parte dei media e della comunità internazionale. Lo scoppio della guerra ha riacceso l’interesse delle opinioni pubbliche europee verso la questione del “neonazismo” ucraino, abilmente strumentalizzata dal Cremlino per giustificare l’aggressione militare ai danni di Kiev. La “de-nazificazione” del paese è infatti uno degli obiettivi dichiarati di Vladimir Putin. La propaganda russa ha enfatizzato le tendenze ultranazionalistiche nell’Ucraina post-Maidan, modificandone la percezione, ma il problema è reale. Per questo diventa necessario comprendere l’effettiva natura, la portata e l’influenza dei gruppi di estrema destra ucraini, anche in relazione all’incremento del nazionalismo nel paese.

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Matteo Zola, www.eastjournal.net
Sudan, vietata una piece teatrale sulla rivoluzione di dicembre

Il gruppo teatrale interattivo del centro culturale Bishish di Nyala aveva programmato la presentazione di uno spettacolo dal titolo Nei giorni della paura al Teatro El-Beheir all’interno del Festival del Teatro Nyala, iniziato martedì scorso. Un membro del teatro ha riferito al Sudan Tribune che una forza di sicurezza probabilmente affiliata al servizio di intelligence generale ha convocato il regista dello spettacolo e gli ha chiesto di moderare il contenuto dei testi, per poi vietare lo spettacolo quando questo ha rifiutato la loro richiesta.

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Redazione Africarivista.it, www.africarivista.it
Chi siamo

L'associazione "Incursioni di pace - Rete Progetto Pace Vicenza", nasce dall'iniziativa di un gruppo di docenti, studenti ed ex studenti dei seguenti Istituti Superiori dell'Ovest Vicentino
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